Eli

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  1. Lucatiel
     
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    Human

    uiyHVzz
    Elliot Morris
    anagrafe
    Nome: Elliot (noto come “Eli”)

    Cognome: Morris

    Professione: Cameriere part-time in un diner

    Età: 28 anni

    Stato civile: celibe

    Imparentato con: //

    Segni particolari: indossa sempre un berretto ; si presenta sempre come “Eli” e mai come Elliot ; ha una cicatrice sottile da taglio sull’indice sinistro e un paio da scottatura sul dorso della mano destra
    aspetto fisico


    Occhi: azzurri

    Capelli: castano chiaro

    Altro: I colori sono chiari, dalla carnagione ai capelli castano chiaro tenuti corti e sempre un po’ scompigliati fino agli occhi azzurri, nel complesso piuttosto anonimo; le sopracciglia sono abbastanza sottili, il naso è dritto e lievemente adunco, le labbra rosee sono fini.
    Il viso è di forma leggermente tonda ma le linee che lo caratterizzano si fanno più squadrate sulla mandibola e più delicate sul mento, anch’esso fine e non particolarmente pronunciato.
    Non spicca per altezza con i suoi 177 cm, né per una corporatura muscolosa visto che si presenta con un fisico sì tonico ma nella media, snello, tutt’altro che scolpito, per un totale di 65 Kg. Ha mani affusolate e unghie rovinate dagli anni passati a morsicarle nei momenti di agitazione.
    Predilige un vestiario casual il cui elemento chiave è la comodità e non si separa mai dai suoi berretti, nemmeno quando fa caldo.

    aspetto caratteriale

    Ama: gli androidi, i combattimenti entusiasmanti, ricevere complimenti, avere soldi da spendere, il wrestling, il cibo piccante, le giornate di sole, i berretti, il ketchup

    Odia: restare al verde, essere ignorato o sminuito, le imposizioni, il freddo, i cibi amari, i divieti, annoiarsi, svegliarsi presto la mattina

    Hobbies e passioni: disegnare, scommettere sugli androidi, assistere agli incontri di lotte clandestine, giocare ai videogiochi

    Carattere: è istintivo, testardo, una testa calda, spesso sembra privo dei filtri necessari tra cervello e bocca; agisce d’impulso e raramente pondera le conseguenze delle proprie azioni prima di compierle, generalmente è un tipo schietto e senza peli sulla lingua a meno che non si trovi di fronte a qualcuno che gli faccia pena o tenerezza, per quanto non ammetterebbe mai, o quasi, di non essere cinico quanto vorrebbe far credere. Diffidente, di sberle in vita sua ne ha prese tante sia in senso figurato che letterale e questo lo porta a stare sempre all’erta, pronto a difendersi se necessario. Pessimista oltre che guardingo, gli piace credersi “un tipo sveglio” perché non spera mai in niente che non sia immediatamente alla sua portata, né si permette di confidare in qualcosa o qualcuno di esterno a sé, così da evitarsi delusioni. Si scioglie come un ghiacciolo al sole di fronte a vecchietti, bambini, animali e qualsiasi cosa gli sembri indifesa o bisognosa di aiuto, al punto da abbassare la guardia e mettere da parte la diffidenza.


    storia


    Nasce e cresce a Detroit, e sembra destinato a non uscirne mai se non durante qualche fantasia adolescenziale, abbandonata in fretta, in cui gli piaceva immaginarsi in grandi metropoli come New York, lontano dalla realtà angusta della sua città, dalla sua quotidianità squallida; figlio unico, suo padre abbandona la famiglia senza più farsi sentire né vedere dall’ex-compagna drogata che aveva dato alla luce suo figlio. Con quest’ultimo l’uomo cerca invece qualche sporadico contatto nel corso degli anni, ma ogni incontro termina con parole pesanti che partono da entrambe le parti.
    Eli dapprima viene estromesso dai compagni di scuola, oltre all’emarginazione viene preso di mira e fatto oggetto di bullismo, ma da quando alle superiori inizia a spacciare pillole Eli Morris diventa "dope” e gli episodi si riducono man mano fino a cessare. Gli introiti sono buoni, così prosegue a spacciare saltuariamente e a fare pena a scuola, specie nelle materie scientifiche, finché un giorno sua madre non sfiora per un soffio l’over-dose. Fortunatamente riesce a chiamare in tempo i soccorsi e si rende conto con mano, dopo anni di rancore nei confronti della donna e della sua assuefazione ad un vizio che lei ha sempre anteposto anche al bene del figlio, di che cosa facciano davvero le droghe.
    Convince la madre a considerare i centri di riabilitazione, più con le cattive che con le buone, assicurandosi poi personalmente che non riprenda a fare uso di sostanze, per quanto sia difficile per entrambi sostenere una situazione così spinosa e un’atmosfera così tesa da rendere casa sua un inferno. Smette di spacciare a spese proprie e della propria reputazione a scuola, si impegna nello studio quanto basta a diplomarsi, si trasferisce in un appartamento per conto suo e si ripromette di non fare mai uso di sostanze stupefacenti.
    Questo però non impedisce alla sua fedina penale di macchiarsi tra casi di scippo, taccheggio e denunce per aggressione con cui si guadagna una cattiva nomea e, di nuovo, un posto all’interno di cerchie di “amici” poco raccomandabili, per lo più altri delinquenti da due soldi come lui. E sono proprio i suddetti amici a farlo avvicinare al mondo delle lotte clandestine. Inizia così a frequentare abitualmente un Fight Club che impiega androidi da combattimento, spesso rubati e modificati per impiegarli come lottatori, e a perdere buona parte del magro stipendio da cameriere di un diner in scommesse, puntando per lo più sugli androidi sbagliati salvo sporadiche eccezioni.
    Dimostra di avere un intuito quasi infallibile per i perdenti e i suoi amici lo prendono spesso in giro, attribuendo questo tipo di coincidenze al fatto che “serve un perdente per fiutarne un altro” e scommettendo per sfotterlo sugli androidi che Eli non considererebbe nemmeno. Nonostante questo, quella dalle scommesse diviene un’abitudine e, sebbene faccia attenzione a non puntare mai più di quanto può permettersi di coprire, spesso la tentazione di alzare la posta e in caso di ripagare vendendo qualche mobile di casa – o qualche pillola – è forte; ma mai quanto il fascino che gli androidi iniziano ad assumere ai suoi occhi: li aveva sempre visti come uno status symbol, pensava che averne uno rendesse automaticamente un vincente, e ora iniziava a vederli anche come una sorprendente, inesauribile fonte di risorse di ogni tipo, al punto da maturare pian piano il desiderio di averne uno accanto che gli semplificasse la vita.
    La consapevolezza di non poterne mai e poi mai comprare uno tra stipendio e scommesse lo induce a visitare il Fight Club praticamente ogni giorno, diventando un habitué e osservando da più vicino che gli sia possibile i vari modelli progettati appositamente per le lotte oppure rubati, modificati e tuffati in quel microcosmo illegale di cui ormai fa parte in qualità di fedele spettatore.

    PRESTAVOLTO: Aaron Paul - CODICE: mars - Cap


    Edited by Lucatiel - 27/7/2018, 11:15
     
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    Scheda accettata.
    Benvenuto, Eli.
     
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